04-27-2010, 10:23 AM
La proposta della Federazione italiana degli editori per dare ossigeno alla carta stampata. Ma la Rete dice no.
Spesso solo con un paradosso si può capire il nostro Paese. In Italia (quasi) tutti i giornali ricevono laute sovvenzioni statali. La diffusione di Internet, invece, non è aiutata in nessun modo: i fondi sulla banda larga non arrivano e mezza in Italia ancora non è connessa al web. Suona perciò come uno scherzo di cattivo gusto la proposta lanciata giovedì dal presidente della Federazione italiana degli editori Carlo Malinconico. Per dare ossigeno alla carta stampata in crisi da tempo, Malinconico ha proposto "un prelievo di entità minima, l’equivalente di un caffè al mese, su chi ha la connessione a Internet, per realizzare una dote di risorse per aiutare l’editoria ad affrontare la grave crisi che attraversa".
Visto che la carta stampata è in crisi, per il presidente degli editori devono essere i navigatori ad accollarsi i costi di giornali che non riescono a vendere. "Sarebbe come se la Pepsi in crisi chiedesse al governo americano una tassa sulla Coca Cola per risollevare i propri bilanci" il commento (paradossale appunto) dell’avvocato Guido Scorza su Punto Informatico; come lui moltissime voci on-line (compreso Oscar Giannino su Chicago-blog) si sono uniti in una levata di scudi contro la "Tassa su Internet".
Anche Paolo Bonaiuti, oltre che portavoce di Berlusconi anche sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria si è detto contrario: "Non è tempo di tassare ma di incentivare: dobbiamo fare posto al nuovo salvando quello che c’è da salvare del vecchio ma non con un sistema di finanziamenti a pioggia".
Ieri Malinconico ha parzialmente ritrattato: la tassa non sarebbe in carico agli utenti ma "alle imprese che gestiscono gli accessi". Sarebbero in pratica i provider a pagare, probabilmente riversando poi sugli utenti il costo della tassa. Tutto molto paradossale, tutto molto italiano: business cattivo cerca sempre di cacciare business buono.
Da il Fatto Quotidiano del 24 aprile
Invece di dire cavolate perchè non hanno usato gli 800 milionidi euro destinati alla banda larga..... Una buona parte è stata usata per gli incentivi ai motorini, cucine..barche!!!
http://www.giornalettismo.com/archives/5...-parziale/
Spesso solo con un paradosso si può capire il nostro Paese. In Italia (quasi) tutti i giornali ricevono laute sovvenzioni statali. La diffusione di Internet, invece, non è aiutata in nessun modo: i fondi sulla banda larga non arrivano e mezza in Italia ancora non è connessa al web. Suona perciò come uno scherzo di cattivo gusto la proposta lanciata giovedì dal presidente della Federazione italiana degli editori Carlo Malinconico. Per dare ossigeno alla carta stampata in crisi da tempo, Malinconico ha proposto "un prelievo di entità minima, l’equivalente di un caffè al mese, su chi ha la connessione a Internet, per realizzare una dote di risorse per aiutare l’editoria ad affrontare la grave crisi che attraversa".
Visto che la carta stampata è in crisi, per il presidente degli editori devono essere i navigatori ad accollarsi i costi di giornali che non riescono a vendere. "Sarebbe come se la Pepsi in crisi chiedesse al governo americano una tassa sulla Coca Cola per risollevare i propri bilanci" il commento (paradossale appunto) dell’avvocato Guido Scorza su Punto Informatico; come lui moltissime voci on-line (compreso Oscar Giannino su Chicago-blog) si sono uniti in una levata di scudi contro la "Tassa su Internet".
Anche Paolo Bonaiuti, oltre che portavoce di Berlusconi anche sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria si è detto contrario: "Non è tempo di tassare ma di incentivare: dobbiamo fare posto al nuovo salvando quello che c’è da salvare del vecchio ma non con un sistema di finanziamenti a pioggia".
Ieri Malinconico ha parzialmente ritrattato: la tassa non sarebbe in carico agli utenti ma "alle imprese che gestiscono gli accessi". Sarebbero in pratica i provider a pagare, probabilmente riversando poi sugli utenti il costo della tassa. Tutto molto paradossale, tutto molto italiano: business cattivo cerca sempre di cacciare business buono.
Da il Fatto Quotidiano del 24 aprile
Invece di dire cavolate perchè non hanno usato gli 800 milionidi euro destinati alla banda larga..... Una buona parte è stata usata per gli incentivi ai motorini, cucine..barche!!!
http://www.giornalettismo.com/archives/5...-parziale/