11-29-2008, 12:12 PM
I pirati di Silicon Valley, film del 1999 di Martyn Burke (produttore e sceneggiatore, anche di La seconda guerra civile americana di Joe Dante) con Anthony Michael Hall, Noah Wyle e Joey Slotnick.
« A ritroso, dallo storico momento in cui le due società si sono unite, le vite parallele, le ricerche e le conquiste di due uomini che hanno rivoluzionato la scena tecnologica mondiale, autori di un'epocale trasformazione. Steve Jobs, l'inventore di Apple e Mac, e Bill Gates, il creatore di Microsoft. Ragazzi degli anni Settanta, animati da un grande sogno che poi resero possibile: mettere alla portata di tutti i computer e il loro linguaggio. Un biopic assolutamente fedele alla realtà, emozionante come il più appassionante dei film di fantascienza. Perché quello che hanno fatto, prima di loro, era fantascienza. »
Trama:
I pirati di Silicon Valley è la cronaca romanzata di come i giovanissimi Jobs e Gates, nella metà degli anni settanta, arriveranno a realizzare il sogno del pc in una corsa che culminerà nel 1984 con l'introduzione del popolare Apple Macintosh e del seguente trionfo dei sistemi operativi della Microsoft sulla Apple. Il film di un'ora e mezza circa, tratto dal libro Fire in the Valley di Paul Freiberger e Michael Swaine, scritto e diretto da Martyn Burke, è interpretato da Noah Wyle (il dottor John Carter della popolare serie tv E.R.), nel ruolo di Jobs, cui davvero somiglia, e Anthony Micheal Hall, ex Brat Pack (The Breakfast Club), in quello di Gates. Il film viene narrato con una struttura flashback alternativamente da Steve Wozniak (Joey Slotnick), co-fondatore della Apple con Jobs, il vero genio dell'elettronica (Jobs è il genio del "packaging"), e Steve Ballmer (John Di Maggio), presidente della Microsoft: ha un andamento rapido, concitato, sempre velato di ironia.
Il film cerca di entrare nelle teste di Jobs e Gates, giovani con la convinzione di poter trasformare la società. Le inevitabili libertà drammatiche non sovvertono la verità. I pirati di Silicon Valley mostra infatti una serie di errori da miliardi di dollari compiuti da vari businessmen. E mostra altresì come alcune di queste "invenzioni" non fossero affatto tali: il sistema mouse "point and click" della Apple, venne in realtà copiato di sana pianta dalla Xerox. Nel film sembra che lo abbiamo rubato dice Steve Wozniak a cui è comunque piaciuto molto il film. In realtà quello del point and click fu un accordo in piena regola: la Xerox ricevette azioni Apple per l'utilizzo del loro sistema. L'inizio del film si apre sul set cinematografico dello spot televisivo della Apple, la cui regia fu affidata nientemeno che a Ridley Scott, ed è una sorta di ribellione contro il "Grande Fratello" (che sarebbe stata la IBM). Gli alti costi pubblicitari, compreso la prenotazione dell'intero spazio pubblicitario fra il primo ed il secondo tempo della finale del Superbowl furono ricaricati anche sul prezzo di listino del Macintosh Plus (1 Mb di ram, senza disco fisso) facendolo lievitare da 999 a 1499 dollari; furono tutti venduti in pochissimo tempo. Nel film si accenna anche alla partecipazione dei soci fondatori della Apple al Club Homebrew (letteralmente: birra fatta in casa) della loro zona, luogo di ritrovo di appassionati di elettronica, perlopiù studenti universitari, tuttora piuttosto diffusi.
Trailer:
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