11-12-2016, 02:22 PM
Ognuno di voi avrà creato in casa propria uno spazio personale, un proprio cantuccio, un luogo dove rilassarsi per godersi i contenuti multimediali preferiti. Che si parli di musica o video, un sistema home theatre, grande o piccolo che sia, necessita sì di supporto hardware, ma anche di quello software.
Proprio su quest’ultimo punto si focalizzerà questo focus dedicato a Kodi. Si tratta del tool media center più conosciuto di Internet e amato da chi, anche con poche risorse a disposizione (ma sempre con tanta volontà), è riuscito a costruire un buon set di riproduzione multimediale.
Oggi Kodi è il protagonista della scena della fruizione di contenuti da remoto, grazie anche alla community che lo segue e che lo rende il media center più apprezzato di sempre. In questo focus vedremo cos’è Kodi, da dove arriva e cosa concretamente consente di fare.
Cos'è Kodi?
Kodi (ex-XBMC) è un software gratuito e media player open-source sviluppato dal Kodi Team (ex Fondazione XBMC), un consorzio di tecnologia senza fini di lucro. Kodi, disponibile per più sistemi operativi e piattaforme hardware, consente agli utenti di riprodurre e visualizzare la maggior parte dei video e musica, come ad esempio audio e video podcast da Internet, e tutti i file multimediali digitali comuni direttamente tramite supporti di memorizzazione locali e di rete.
Prodotto originariamente come un’applicazione media center indipendente (homebrew) per la console di gioco Xbox di prima generazione, è stato poi reso disponibile come applicazione nativa per Android, Linux, BSD, Mac OS X, Windows, iOS, Apple TV e Raspberry Pi. Èanche disponibile come versione autonoma denominata XBMC(Kodi)buntu, cioè come sistema operativo a sé stante.
Grazie alla, o forse a causa della, sua natura open source, XBMC ha dato modo nel corso degli anni a molte società di copiare il codice sorgente per implementarlo in sistemi proprietari. Basta fare riferimento a Smart TV, set top box o sistemi TV di strutture alberghiere (per citarne alcuni) per scoprire come c’è chi ha sfruttato un prodotto libero rivendendolo a caro prezzo. In ogni caso, XBMC ha dato origine a una intera famiglia di prodotti: MediaPortal, Plex e Boxee sono tutti partiti dallo stesso codice, anche se poi hanno proseguito il loro sviluppo seguendo strade diverse e originali.
Con la versione 14 il nome di XBMC, ormai obsoleto, cambia e diventa Kodi. A parte il nome però, le caratteristiche rimangono le stesse con modifiche sostanziali, per garantire quella versatilità che lo contraddistingue da tutta la concorrenza. Rispetto al passato poi i sistemi compatti sono molto più silenziosi, economici e poco esigenti in termini di consumi energetici: collocare un piccolo computer a fianco del televisore è più che mai una soluzione realistica e poco costosa. Nel mercato attuale sembra esserci posto per varie soluzioni; come vedremo, i media center (e in particolare Kodi) offrono una flessibilità e un’espandibilità ineguagliabile, ma richiedono molta più dedizione nella configurazione e nell’organizzazione dei contenuti, specialmente nella fase di impostazione iniziale.
Come detto, Kodi può essere installato su un computer già funzionante dotato di sistema operativo (Windows, Linux o OS X); si può oltretutto partire da un hardware vergine, grazie a OS specializzati come KodiBuntu o OpenElec, che integrano in un’unica installazione la distribuzione Linux e l’ambiente Kodi. L’installazione è piuttosto semplice, mentre la configurazione può essere molto più lunga; non tanto perché Kodi richieda impostazioni complesse per funzionare a dovere, quanto perché le opzioni di personalizzazione sono un’infinità, ed è molto probabile che si ritorni più volte sulla configurazione iniziale per modificare qualche dettaglio, aggiungere nuove funzioni o per variarne l’aspetto.
Il motivo è che l’architettura del programma, infatti, è totalmente modulare: come vedremo, si possono scaricare e installare add-on per modificare moltissimi aspetti dell’interfaccia o incrementare la dotazione di funzioni. Per chi fosse alle prime armi, bisogna pensare che il supporto che Kodi fornisce ai file multimediali è quasi illimitato.
Proprio su quest’ultimo punto si focalizzerà questo focus dedicato a Kodi. Si tratta del tool media center più conosciuto di Internet e amato da chi, anche con poche risorse a disposizione (ma sempre con tanta volontà), è riuscito a costruire un buon set di riproduzione multimediale.
Oggi Kodi è il protagonista della scena della fruizione di contenuti da remoto, grazie anche alla community che lo segue e che lo rende il media center più apprezzato di sempre. In questo focus vedremo cos’è Kodi, da dove arriva e cosa concretamente consente di fare.
Cos'è Kodi?
Kodi (ex-XBMC) è un software gratuito e media player open-source sviluppato dal Kodi Team (ex Fondazione XBMC), un consorzio di tecnologia senza fini di lucro. Kodi, disponibile per più sistemi operativi e piattaforme hardware, consente agli utenti di riprodurre e visualizzare la maggior parte dei video e musica, come ad esempio audio e video podcast da Internet, e tutti i file multimediali digitali comuni direttamente tramite supporti di memorizzazione locali e di rete.
Prodotto originariamente come un’applicazione media center indipendente (homebrew) per la console di gioco Xbox di prima generazione, è stato poi reso disponibile come applicazione nativa per Android, Linux, BSD, Mac OS X, Windows, iOS, Apple TV e Raspberry Pi. Èanche disponibile come versione autonoma denominata XBMC(Kodi)buntu, cioè come sistema operativo a sé stante.
Grazie alla, o forse a causa della, sua natura open source, XBMC ha dato modo nel corso degli anni a molte società di copiare il codice sorgente per implementarlo in sistemi proprietari. Basta fare riferimento a Smart TV, set top box o sistemi TV di strutture alberghiere (per citarne alcuni) per scoprire come c’è chi ha sfruttato un prodotto libero rivendendolo a caro prezzo. In ogni caso, XBMC ha dato origine a una intera famiglia di prodotti: MediaPortal, Plex e Boxee sono tutti partiti dallo stesso codice, anche se poi hanno proseguito il loro sviluppo seguendo strade diverse e originali.
Con la versione 14 il nome di XBMC, ormai obsoleto, cambia e diventa Kodi. A parte il nome però, le caratteristiche rimangono le stesse con modifiche sostanziali, per garantire quella versatilità che lo contraddistingue da tutta la concorrenza. Rispetto al passato poi i sistemi compatti sono molto più silenziosi, economici e poco esigenti in termini di consumi energetici: collocare un piccolo computer a fianco del televisore è più che mai una soluzione realistica e poco costosa. Nel mercato attuale sembra esserci posto per varie soluzioni; come vedremo, i media center (e in particolare Kodi) offrono una flessibilità e un’espandibilità ineguagliabile, ma richiedono molta più dedizione nella configurazione e nell’organizzazione dei contenuti, specialmente nella fase di impostazione iniziale.
Come detto, Kodi può essere installato su un computer già funzionante dotato di sistema operativo (Windows, Linux o OS X); si può oltretutto partire da un hardware vergine, grazie a OS specializzati come KodiBuntu o OpenElec, che integrano in un’unica installazione la distribuzione Linux e l’ambiente Kodi. L’installazione è piuttosto semplice, mentre la configurazione può essere molto più lunga; non tanto perché Kodi richieda impostazioni complesse per funzionare a dovere, quanto perché le opzioni di personalizzazione sono un’infinità, ed è molto probabile che si ritorni più volte sulla configurazione iniziale per modificare qualche dettaglio, aggiungere nuove funzioni o per variarne l’aspetto.
Il motivo è che l’architettura del programma, infatti, è totalmente modulare: come vedremo, si possono scaricare e installare add-on per modificare moltissimi aspetti dell’interfaccia o incrementare la dotazione di funzioni. Per chi fosse alle prime armi, bisogna pensare che il supporto che Kodi fornisce ai file multimediali è quasi illimitato.
In sostanza per le funzioni di base di Kodi consideriamo la riproduzione di tutti i file multimediali direttamente dai CD/DVD inseriti nel lettore DVD integrato nei vari devicei, dall’hard disk, oppure attraverso la lettura di una cartella o di una partizione di Windows condivisa attraverso il sistema Samba (SMB), o via iTunes attraverso il protocollo di trasmissione DAAP. Inoltre, se Kodi rileva il collegamento a Internet, diventa possibile richiedere al database IMDb copertine e recensioni di film, così come al database CDDB i titoli delle tracce di CD audio, la riproduzione di video in streaming e l’ascolto di qualsiasi radio online.
Oltre a questo, i vari script e add-on si popolano anche di: guide TV, previsioni del tempo, orari ferroviari, script per controllare software e hardware PVR (MediaPortal, MythRV, TiVo, Reeplay), browser di stazioni di radio online (ad esempio SHOUTcast), browser di internet TV, client di e-mail, programmi di file sharing P2P (BitTorrent, IRC) e altri. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.
Oltre a questo, i vari script e add-on si popolano anche di: guide TV, previsioni del tempo, orari ferroviari, script per controllare software e hardware PVR (MediaPortal, MythRV, TiVo, Reeplay), browser di stazioni di radio online (ad esempio SHOUTcast), browser di internet TV, client di e-mail, programmi di file sharing P2P (BitTorrent, IRC) e altri. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.
Pagina Ufficiale per il Download: http://Kodi.TV
Grazie ridble.com per la spiegazione